"Lillo Turco, un artista fuori dalla norma,
uno studioso di filosofia al passo coi tempi"

Libera critica di Pasquale Solano

Parlare del Personaggio che sto per presentare non è una cosa da tutti, poichè suscita infinite emozioni, a livello emotivo, con delle opere assolutamente uniche nel loro genere e tecnica.
Lui è uno studioso in Filosofia, Siciliano, precisamente di Canicattì, Paese che gli ha dato i natali. Le sue realizzazioni cromatiche, sono ricche di elementi che irradiano un preciso e inequivocabile messaggio. Certamente avrete capito che il Soggetto di cui vado a parlare in questa recensione è il grande e poliedrico Artista:

Lillo Turco
Lillo Turco

Parlare di un Fenomeno di grandi abilità e capacità fuori dal comune come Lillo Turco è una vera responsabilità in quanto non focalizziamo il discorso su un comune Artista ma su un Soggetto largamente superiore alle normali aspettative, per cui cercherò di essere sintetico, chiaro nell'illustrarlo e dare un netto ed esplicito riferimento su questo vero Genio, da non sottovalutare, per la sua collocazione nel mondo artistico Italiano e non. Passiamo ora a sapere chi è in base alle informazioni bio-anagrafiche in nostro possesso: lavora come Webmaster, ha studiato Filosofia presso l'università di Lettere e Filosofia di Palermo dove nel 2005 si laurea con il massimo dei voti. Vive a Canicattì, Data di nascita: 13 novembre 1978. Aggiungo inoltre che si è contraddistinto ad ampi margini nello studio del liceo classico.
Nelle sue opere possiamo notare una certa attinenza con l'antico mondo Ellenico e lo decifriamo benissimo tramite certi elementi, cioè lo studio filosofico di cui Lui è realmente un valido Conoscitore, viene proiettato per sistematica analogia, su comuni fogli di carta; la tecnica usata è la stesura cromatica tramite comuni penne bic.

Qui possiamo renderci conto delle sue effettive capacità, in quanto sappiamo che codeste penne, utilizzano inchiostri molto incisivi e forti nella loro timbratura, per cui il "Turco", non può permettersi il lusso di fare nessun tipo di errore e naturalmente deve eseguire il tratteggio alla perfezione.
Detti inchiostri non si possono cancellare e la loro stesura deve essere precisa, compatta, omogenea. Qualora si dovesse tentare di correggere un errore con un normale correttore, rimarrebbe un alone che rovinerebbe l'opera. Quindi questa tecnica sebbene a prima vista possa apparire elementare nella forma, invece comporta da parte di chi la esercita, tanta competenza, esperienza ma soprattutto tanta pazienza, volontà e questo Lillo Turco lo sa benissimo.
A volte per ultimare una poligrafia di questo genere, ci vogliono anche settimane, per non parlare di mesi. In taluni soggetti, ricorre all'apporto di comunissimi pastelli da disegno che con la loro sottile ma giostrante tonalità, offrono una panoramica morbida e non fastidiosa per la gentilezza espressiva.

Gli Artiisti che si dilettano con codesta tecnica di elaborazione si contano sulla punta delle dita e Lillo Turco, di questa disciplina, ne è un Degno ed importante Rappresentante. Sappiamo che è un Artista poliedrico e utilizza varie tecniche, ma quella sulla quale insiste si sente più indirizzato è questa.

La Storia ci informa che l'amata Terra della ridente e soleggiata Sicilia è stata oggetto di predominio da parte di altre civiltà, tra le quali la Greca o ellenica, la musulmana, la nostra Latina, la francese, la spagnola e se non vado errando e se ciò non dovesse corrispondere a verità, vi chiedo scusa anticipatamente, la Bizantina. Tuttavia in numerosi monumenti Siciliani anche di una certa notorietà, notiamo oltre agli arabesque dei motivi tardo-gotico con logismi derivanti anche dalla tradizione.
Il nostro Autore, tenta, anche in considerazione degli studi filosofici effettuati, di farli riemergere detti valori, tramite il linguaggio delle sue realizzazioni, cioè dà vitalità espressiva ad un remoto passato che ha visto la sua Terra testimone e succube della dominazione di altri Popoli che con la loro civiltà, hanno lasciato un'impronta indelebile, non solo negli usi e costumi dell'Isola, ma nell'anima degli artisti, uno tra i quali è proprio Lui, che riesce a far risorgere in maniera geniale ed enfatizzata, antiche credenze, valori secolari assopiti, che porta alla luce con grande cognizione, arricchendo nello stesso tempo il mondo dell'arte con le sue delicatissime e polivalenti opere.
Lillo Turco, Eden, 2007, penna su carta, cm. 23x33Ovviamente non possiamo parlare di veri e propri dipinti, in questo contesto, in quanto per dipinto si intende una espressione pittorica utilizzante inchiostri anche volatili o stesure liquide od oleose come la tempera, la china, l'acrilico o i colori ad olio, largamente usati ed anche le stesure grasse, cioè quei dipinti che vegono elaborati con paste senza l'ausilio di solventi, come i colori in tubetti.
Nel nostro caso possiamo solo accettare i termini di disegno, immagine, illustrazione, raffigurazione o rappresentazione e iconografia. Quando ho selezionato i disegni da commentare sono rimasto nell'imbarazzo della scelta in quanto erano e sono uno più bello e significativo dell'altro per cui né ho scelti tre a caso, che mi sono parsi adatti ad una ilustrazione, aventi lo scopo di mettere a fuoco l'estro espressivo e originale di un grande valorizzatore di codesta singolare tecnica.
La bellezza di queste allettanti opere la potete visionare anche Voi, Gentilissimi Amici e trarre singolarmente o Soggettivamente, un vostro autorevole giudizio. Mi limito solo a evidenziare la mano precisa, calma, gentilmente fatata e decisa nel tratteggio, con quell'apporto cromatico che è bello da contemplare, non essendo carico e consistente con contrastuale timbratura, per cui la visione dei medesimi ci aggrazia, facendoci essere interpreti indiretti di cotanto estro.


Lillo Turco, Varco tra i mondi, 2010, penne su carta e pastelli, cm. 33x48Ora è giunto il momento, Gentili Lettori, di promuovere una considerazione analitica, prendendo in esame, la terza realizzazione del nostro Illustre Studioso di Filosofia, quella che ha per titolo: "Varco tra i mondi", che scenograficamente rappresenta la bellezza della vita, che però si avvia al suo naturale tramonto.
Il "Turco" proietta su un foglio una sua quasi teoria che sarebbe quella proferita dall'antico filosofo greco Socrate, che mi pare abbia dato vita ad un'accademia nel contesto del suo tempo ed ebbe due altri illustri Filosofi, uno come educatore e maestro e l'altro come Proselite. Lillo Turco in questo disegno oltre a mostrarci in fasi alternate la bellezza della vita umana, nella sua piena forma, indica con mirabile maestria la scissione tra l'anima ed il corpo al momento del trapasso. Vediamo la presenza di quelle due figure femminili che sono in procinto di dirsi addio per sempre. Esse rappresentano, quelle che in greco, la filosofia accettava come Psyche, cioè anima e soma, ossia corpo. Due entità diverse, una eterea o spirituale, l'altra tangibile e reale. Tuttavia all'anima, la scuola del grande Socrate, ha voluto dare per la prima volta una spiegazione della presenza della stessa, accettandone l'effettiva identità che successivamente divise in tre parti, ognuna con funzioni differenti. Iniziamo quindi, questo favoloso viaggio intrpretativo con la seguente esposizione.
Il concetto di anima compare la prima volta con Socrate, il quale ne fece il centro degli interessi della filosofia. Prima di lui, i filosofi erano soliti occuparsi di questioni attinenti al mondo o alla natura, e la nozione di anima possedeva connotati esclusivamente mitologici, ad esempio negli autori epici come Omero e Virgilio, dove era assimilata ad un "soffio" che abbandona il corpo nel momento della morte; allora si riteneva che essa avesse soltanto la consistenza di un'ombra, capace di sopravvivere nell'Ade ma senza più poter esplicare la sua energia vivificatrice. Questo concetto filosofico fu ampiamente condiviso dall'occidente Europeo che aprì numerose scuole basate sul criterio di Socrate. Le religioni poi codificarono un pò la veduta espressa da Socrate e la cultura sionista e cristiana ebbero un'altra concezione dell'anima, mettendola in stretto rapporto con l'equivalenza somatica. Necessitano ambedue di essere unite ed in caso contrario avviene la morte fisica. La civiltà ellenica credeva che dopo la morte, l'anima andasse a riposare in un luogo denominato Ade, ed anche la civiltà Latina lo ammise per diretto riferimento del codice greco. La religione ci insegna che Dio (YHWH), ha tratto l'uomo dalla polvere del suolo ed alitando su di essa, l'uomo divenne un'anima vivente, cioè diede origine alla vita con un semplice alito che in greco si traduce pneuma, cioè soffio, alito, vento, spirito. Questo criterio di base sostituì i vecchi giudizi e parametri che erano stati concepiti sull'anima (psyche), comunque il tema è sempre stato oggetto di studio e di differenti vedute da parte di autorevoli dottrine. Il nostro Autore, come sopra menzionato, evoca la scissione tra queste due entità, che nel disegno, amorevolmente si abbracciano per darsi l'addio finale consci che non vivranno più la dimensione primaria e saranno soggettivamente scisse per incanalarsi in quel varco tra due mondi da loro rappresentati che ha come obiettivo, il nero, cioè l'inesistenza, la totale apresenza e nullità. Partocola dell'opera "Varco tra i mondi" di Lillo Turco Notate eccellenti Visionatori ed Artisti, come in un primissimo piano, vivifica in una forma spettacolare un'allegoria vitale, esposta ad ampio raggio, che accompagna i due simboli, reali soggetti dell'opera.
Necessita tanta fantasia credetemi per dare delle reali ed attinenti impostazioni di questo carattere e solo Particolare delll'opera "Varco tra i mondi" dell'Artista Lillo Turco, credo che sia all'altezza di poterlo fare.
Le tonalità che accompagnano il disegno sembrano mettere in risalto i due Soggetti che avvolti da fiamme forse purificatrici danno come già detto un addio ad una esistenza convissuta e di cui ora, viene divisa, la perfetta simbiosi. Oltre quella soglia, quel varco c'e' l'eternità, l'immenso, che il nostro Autore concentra con il colore nero, anche se sappiamo che il nero non è un colore ma la totale assenza, il nero è il complementare del bianco cioè il contrario, il quale invece, è l'insieme di tutti i colori, che poi si scinde, a sua volta, nei tre colori primari, ossia il giallo, l'azzurro ed il rosso per dare origine a tutta una serie colorimetrica che va all'infinito. Possedere un'opera di questa originalità ed esporla, anche nell'ambito domestico equivale a dire che il Proprietario è un fine intenditore d'arte, poichè di Artisti di questo calibro ne nasce uno ogni secolo e credo che tutti i Critici e i Grandi Relatori o conferenzieri e appassonati condividano questa mia tesi. A noi non rimane altro che prendere atto delle capacità operative di un grande Artista, che ci ha deliziato con la presenza delle sue realizzazioni e personalmente stimolo Lillo Turco a proseguire in questo percorso poichè la sua tecnica coinvolge e magnetizza in un modo elegante, oserei dire, squisitamente raffinato e genuino. Grazie per aver prestato attenzione a questa mia recensione e che l'arte ci accompagni sempre, il vostro

Pasquale Solano