Il metodo mitico di Lillo Turco

di Domenico Turco

Tentare di definire il mondo artistico di Lillo Turco farebbe correre il grave rischio di impoverirne il messaggio, che rinvia ad una complessità eloquente e visionaria, fluida e ricca di colori, umori, sapori, tutti elementi dinamici che nel loro vario intrecciarsi producono una straordinaria avventura figurativa, che ci accingiamo con viva passione ad esplorare.

La prima caratteristica di Lillo Turco è l'imprevedibile connessione tra arte ed epos.

Nell'epoca della foucaultiana incredulità verso le metanarrazioni l'artista siciliano realizza trasgressivamente proprio l'esatto contrario: si apre alla fede nel mito, il racconto dei racconti, e lo fa decantando l'Assoluto in forme visibili, che accendono la fantasia dell'osservatore svelando nel contempo nuove vie d'accesso alla verità.

Lillo Turco esporta in arte il modello del metodo mitico diffuso nell'ambito letterario del Novecento e portato a pieno sviluppo nel postmodernismo. È un metodo che rinvia al mito non per celebrare la tradizione ma per distruggerla, nell'ottica di una distruzione come e in quanto decostruzione di codici simbolici scomodamente ereditati dalle ingombranti iconografie del passato. Rinnegare la tradizione è l'unico atto che può farla rivivere e prosperare. Perché l'abbattimento degli idoli libera nuove energie e rende necessaria la creazione di una nuova visione del mondo e della verità, che Lillo traduce nelle straordinarie immagini impresse sulla carta grazie ad una tecnica rara, la migliore alleata di un artista che, comunque, oltrepassa i limiti della pura accademia. Il suo fine non è di stupire con effetti più o meno speciali, ma si pone un altro grande obiettivo: produrre emozioni, spesso talmente forti da cambiare la prospettiva dell'osservatore per sempre.

E non parlo per solidarietà familiare, visto che ho l'onore ma anche l'onere di essere fratello di un artista così fuori dal comune; tuttavia direi di lui le stesse cose, anche se a legarci non fosse il DNA, e le direi perché Lillo Turco è oggettivamente un artista diverso da tutti gli altri, che spicca per originalità, fantasia e profondità dei temi trattati.
Sono molte le opere che meritano particolare attenzione. Ma per spiegare chiaramente l'esperienza artistica di Lillo Turco ne scegliamo una delle più notevoli, Darkness (oscurità, tenebre, in inglese) nella quale domina il tema del male. Tuttavia Lillo non svolge tale soggetto in maniera letterale, non affronta il male con un'allegoria visiva immediatamente riconoscibile, ma crea una complessa location figurativa, estremamente ricca di riferimenti simbolici alla tradizione spirituale, all'esoterismo, alla magia e persino alla demonologia, entro un'ottica di apertura interrogante al mito e al problema religioso.

L'opera caratterizza il rapporto bene/male in termini fortemente dialettici; il dualismo è "tradotto" nel linguaggio dei segni e soprattutto dei colori. Da notare, ad es., il simbolismo delle acque rosse, in basso, e del cielo azzurro, in alto: inferno e paradiso, mondo infero e sfera celeste, negatività e positività, bene e male, etc… Sono molteplici le chiavi di lettura dell'opera che possiamo individuare analizzando i particolari. Particolari che, diversamente da quello che si riscontra nel caso di un mosaico bizantino, non sono solo funzionali all'insieme, ma hanno valore in sé, come opere nell'opera, piccoli dipinti che andrebbero osservati con attenzione perché arricchiscono ulteriormente la percezione di ogni singolo quadro.