Spiritus Mundi (2006)

Già il titolo suggerisce che in quest'opera siLillo Turco, Spiritus Mundi, 2006, acquerelli su carta, cm. 33x48 affronta il tema del mondo dello spirito, un mondo ignoto e misterioso che ci coinvolge nel profondo e ci trascende.
In questo acquerello i colori variano dal giallo all'all'arancione, colori caldi, sfumati, brillanti e iridiscenti che creano un'atmosfera surreale. Il deserto rappresenta un luogo di pace, uno spazio libero per l'ascesi, molto isolato per permettere quella concentrazione e quel distacco che consentano l'unione mistica con il mondo spirituale, di cui non possiamo fare a meno.
In Spiritus Mundi la spiritualità assume la forma del mito, a cui alludono le immagini della Sfinge e del manichino bendato e sanguinante, che rappresenta Edipo si fondono. Ricordiamo che nella famosa tragedia Edipo Re Sofocle narra che fu proprio Edipo a risolvere l'enigma dela Sfinge: «Qual era l'essere che cammina ora a due gambe, ora a tre, ora a quattro e che, contrariamente alla legge generale, più gambe ha più mostra la propria debolezza?».
La risposta fu l'uomo, perché cammina a quattro gambe durante l'infanzia, poi a due, e infine si appoggia ad un bastone nella vecchiaia.
Edipo era colui che era destinato ad uccidere il padre (da qui il freudiano complesso di Edipo) e a sposare la madre, di fronte a questa cruda verità Edipo si acceca...
La piramide dietro la sfinge è da collegare al sole e quindi abbiamo un rimando all'astrologia. Il Sole è sempre stato al centro di una venerazione particolare e rappresentava per gli egiziani il divino in senso universale.
Bauval osservando la veduta aerea della piana di Giza notò la disposizione delle tre costruzioni principali. Le piramidi di Cheope e Chefren sono perfettamente allineate tra loro.
Dunque la Piana di Giza poteva essere la riproduzione monumentale di quella regione celeste, compresa la Via Lattea, rappresentata dal fiume Nilo.
La spada richiama non solo ai concetti di forza, potenza, ma anche di offesa e difesa, quindi simboleggia pure la giustizia. Sotto il manichino troviamo un serpente a due teste che sta a significare il male nella sua intrinseca "doppiezza".
L'obelisco in alto a sinistra simboleggia il dio del sole Ra, ai tempi di Akhenaton si diceva fosse un raggio di sole pietrificato dell'aten, il disco solare. La figura in basso con la testa di rapace è il Dio egizio Ra, la più importante divinità del pantheon egizio. A un livello inferiore troviamo un altare in pietra, un volto demoniaco e un cristo che suggerisce con il suo corpo la forma di una croce.
Sulla destra si erge un tempio cristiano che raffigura una cupola-mondo e sotto troviamo un pesce stilizzato che simboleggia l'antico simbolo cristiano, l'ichthýs usato durante la persecuzione dei cristiani da parte dell'impero romano; sullo sfondo di questo pesce troviamo il monte Calvario sormontato da una croce. Le anime dell'aldilà sono raffigurate tramite manichini.
La Torre in alto, sulla destra, è il tradizionale archetipo che indica rovina, con riferimento alla torre di Babele.
Più a destra c'è il Minotauro che era un toro con un corpo umanoide e bipede, con zoccoli e pelliccia bovina, coda e testa di toro. Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel labirinto costruito da Dedalo. Ogni anno Atene doveva inviare sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro. Finchè Tèseo non riuscì ad entrare nel labirinto e ad uccidere il Minotauro. Questa vicenda è da collegare a quella piccola nave a sinistra che è quella di Teseo, che in caso di successo avrebbe dovuto sostituire la vela bianca a quella nera. Il padre Egeo, vedendo la vela nera, credendo il figlio morto, si uccise lanciandosi nel mare, che da allora porta il suo nome.
Poi abbiamo un profilo non tanto definito, sempre sulla destra; è Madre Natura che osserva con attenzione e partecipazione lo svolgersi dello Spirito nel mondo.